Le dottrine tradizionali indù ormai da più di due secoli esercitano un fascino speciale e suscitano un particolare interesse per molti occidentali di diverse estrazioni ma, sfortunatamente, questi ultimi hanno quasi sempre dimostrato un’incapacità di comprensione che si è esplicitata in svariate forme e con più o meno gravi conseguenze.
In questo quadro generalmente desolante, si è manifestata, nella prima metà del ‘900, una straordinaria, insperata eccezione: l’opera di René Guénon. Non uno studioso, non un pensatore o un filosofo, ma un iniziato dotato di una conoscenza effettiva, René Guénon scrive la sua opera in virtù di una provvidenziale «funzione», per riaccendere una fiamma che dia agli occidentali la possibilità di orientarsi nell’oscurità e nella confusione che domina il mondo moderno.
Ma quest’opera, proprio per la sua autenticità, universalità e trascendenza, ha provocato reazioni di ostilità da parte di correnti portatrici di false opinioni, ristrettezza di vedute, fanatismo esclusivista. Gli attacchi, cominciati fin da subito, dalla grossolanità delle fasi iniziali, sono andati, nel corso del tempo, in qualche modo “affinandosi”, pur nell’impossibilità di nascondere un certo aspetto grottesco che necessariamente sempre li caratterizza a motivo della loro provenienza.
Il tentativo di “aggressione” cui dedichiamo particolarmente questo libro ha comunque una caratteristica speciale che in altri precedenti era assente o poco rilevante: quella di pretendere di contestare l’opera di R. Guénon proprio nel campo delle dottrine indù e sul piano della metafisica. Infatti, gli attacchi che si verificarono fin dalla comparsa delle prime pubblicazioni e si succedettero ininterrottamente per più di un secolo, vertevano per lo più sul piano personale, sulla base di presunte “biografie”, oppure venivano da exoteristi dalle vedute ristrette, o erano reazioni di correnti pseudo-esoteriche ed occultistiche che erano state smascherate. Il tentativo di attaccare Guénon sulla dottrina e sul piano della metafisica segna un “salto” particolarmente inquietante riguardo alle condizioni dell’attuale momento ciclico e a quel “rovesciamento” caratteristico della sua fase finale. A dire il vero questo genere di contestazioni si trovava già, in una certa misura, nelle bizzarre teorie di F. Schuon e vedremo che da quest’ultimo (come abbiamo già rilevato in altre occasioni) molte idee sono state tratte da parte delle correnti di cui ora ci dobbiamo occupare: precisamente intendiamo riferirci alle esternazioni del prof. Gian Giuseppe Filippi e di una piccola ma esaltata consorteria che si esprime segnatamente attraverso le edizioni Ekatos e il sito Internet Veda Vyâsa Mandala, con relativo "blog".
Conseguentemente, abbiamo ritenuto opportuna questa nuova pubblicazione che, in una prima parte, riunisce gli articoli scritti sull’argomento dal compianto Alberto Ventura dal 2020 al 2022 (già pubblicati sui nostri numeri 113, 114, 115, 116 e 117), mentre una seconda parte (135 pagine), è costituita da una serie di articoli inediti, del nostro collaboratore Aldo Corsi.
Teniamo ad osservare che non si tratta semplicemente di un lavoro "negativo" di demolizione delle contestazioni avanzate dalla corrente antitradizionale in questione, ma si tratta, con l’occasione, di un lavoro “costruttivo” di chiarimento e approfondimento di argomenti dottrinali di importanza fondamentale.
Indice del libro:
ARTICOLI DI ALBERTO VENTURA
ARTICOLI DI ALDO CORSI
VEDA VYÂSA MANDALA ERRORI E DEVIAZIONI DI UN’ORGANIZZAZIONE NEO-VEDANTINA