Il testo riprodotto in questa pagina è un estratto dell'articolo pubblicato nel numero 116 della Rivista di Studi Tradizionali.
Il testo integrale, completo delle note, è disponibile con l'acquisto del numero corrispondente della rivista.
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Il tema della «operatività» iniziatica ha suscitato e continua a suscitare dei grossi equivoci su un argomento fondamentale ai fini del perseguimento di una via iniziatica autentica:
si tratta, infatti, del significato stesso dell'«Opera» mediante la quale l'iniziazione viene resa effettiva. Peraltro, è naturale che quando la stessa concezione teorica di iniziazione effettiva sia ignorata o carente, la nozione di «operatività» perda il suo vero significato assumendone altri secondo la misura delle incomprensioni e la conseguente interferenza dei punti di vista profani.
A questo proposito, possiamo rimandare anzitutto all'articolo di Guénon «Operativo» e «Speculativo» (tradotto nel N. 49 della presente rivista), nel quale veniva fra l'altro spiegata la frequente inversione fra questi due termini:
in effetti, intendendo l'aspetto operativo in un senso materiale o di azione esteriore, è comprensibile che venga immaginata una superiorità dell'aspetto «speculativo», ritenuto più interiore e più profondo, mentre invece dovrebbe piuttosto rappresentare la premessa teorica dell'operatività vera, in funzione della quale dovrebbe essere orientato.
La «Rivista Massonica» è ritornata recentemente su questo argomento, in un articolo di Virgilio Lazzeroni ricco di citazioni le quali mostrano come l'errata concezione dell'operatività, e la conseguente basilare inversione del rapporto fra «operativo» e «speculativo», abbia coinvolto gran parte degli autori massonici più conosciuti.
Si comincia con i responsabili della fondazione della «Gran Loggia d'Inghilterra» (1717), spesso erroneamente scambiata anche in Italia per criterio fondamentale di «regolarità massonica» , mentre si trattò precisamente di una deviazione (sia pure suscettibile di rettifiche), la quale presupponeva appunto il misconoscimento della vera operatività. Ma, tra coloro che hanno manifestato patentemente questo misconoscimento, sia pure in forme diverse, è interessante incontrare autori ben noti come Mackey, Oswald Wirth, Gorel Porciatti e Jules Boucher...