Il libro delle risposte arabe nel commento ai consigli di Yūsuf

Autore: Muhyiddîn ibn `Arabî

Il testo riprodotto in questa pagina è un estratto dell'articolo pubblicato nel numero 113 della Rivista di Studi Tradizionali.

Il testo integrale, completo delle note, è disponibile con l'acquisto del numero corrispondente della rivista.

... Muḥyiddīn ibn ʿArabī (1165–1240) scrisse a Damasco un commento (sharḥ) alle raccomandazioni trasmesse, secondo modalità non ordinarie, dallo Shaykh ʿAlī al-Kurdī al suo discepolo Yūsuf ibn Ibrāhīm ash-Shāfiʿī.

Di questo testo viene ora presentata la traduzione italiana, a cura di Maurizio Marconi, eseguita a partire dai più antichi manoscritti disponibili, corredata da note esplicative, nelle quali sono riportati passaggi tratti dalle altre opere di Ibn ʿArabī attinenti agli argomenti presenti nel commento; fa seguito alla traduzione anche un’edizione araba del libro. Ne risulta un lavoro encomiabile e completo a beneficio di coloro che sono interessati all'opera di colui che è conosciuto nell'esoterismo islamico come il «più grande dei Maestri».

«L’importanza di questo testo – leggiamo nell'introduzione – sta nel suo contenuto, che spazia dai rapporti iniziali tra il discepolo ed il Maestro fino all'ottenimento di stati spirituali ed all'investitura ad un elevato grado di realizzazione, fornendo talora indicazioni “tecniche” che non si trovano altrove» (pag. 93).

In questo senso potremmo dire che il commento è «metodico», in effetti Ibn ʿArabī precisa: «Sappi che il nostro commento (sharḥ) al discorso di questa persona [cioè ʿAlī al-Kurdī], come di altri appartenenti alla gente della Via, non corrisponde a come le cose stanno in realtà, ma è conforme a ciò a cui arriva il loro svelamento e quello dei loro simili, e quello è il punto di arrivo della loro scienza.

Se dovessimo parlare di come le cose stanno realmente, le facoltà di comprensione (afhām) della gente della Via non vi arriverebbero, ed a maggior ragione quelle di coloro che sono più in basso di loro» (pag. 132).

«Ma l’intento di Ibn ʿArabī –osserva opportunamente il curatore dell’opera– non è quello di escludere il lettore dalla conoscenza della realtà, tant'è che spesso afferma di essere il primo o l’unico ad aver detto certe cose, bensì quello di consentirgli di arrivare ad essa in un modo graduale, come è normale che sia» (pag.103).

Troviamo un’indicazione analoga in René Guénon: «L’enseignement traditionnel ... pour produire son plein effet, il doit toujours s’adapter aux possibilités intellectuelles de chacun de ceux auxquels il s’adresse, et se graduer en proportion des résultats déjà obtenus, ce qui exige, de la part de celui qui le reçoit et qui veut aller plus loin, un constant effort d’assimilation personnelle et effective»....

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